Il film di Dupeyron è un caso più unico che raro, e non tanto perché ha permesso ad un regista esordiente di disporre, al suo primo lungometraggio, delle due più grandi star del cinema francese. Ma perché non ha visto succedere ciò che normalmente capita in questi casi: che il film diventi di proprietà delle star. Al contrario: per un miracolo che forse è soltanto il risultato di una regia sorprendentemente matura e rigorosa, sono loro, le star, a doversi piegare al film. Fino a diventarne (soprattutto Catherine Deneuve, che qualcuno ha trovato grande come non lo era mai più stata dai tempi di Bunuel) gli schiavi.

Quando, dopo una notte sull'autostrada, la bionda più raffinata del cinema europeo va a rifarsi il trucco nella toeletta dei camionisti, quando, ad una passante ancora più sorpresa di noi, chiede di scambiarsi la blusa, lei, la star dalla permanente impeccabile, non si cura ormai più di nascondere le rughe. E di rifarsi il fondo tinta . DROLE DE RENCONTRE non è ormai più un semplice film ben fatto: ma quello specchio profondo che, sempre più raramente, le star si ritrovano improvvisamente di fronte.