"Con l'irriverenza si può far qualcosa. Si possono demolire i luoghi comuni, la morale corrente, i valori sacrosanti e le istituzioni; ma perché quest'opera di demolizione abbia un senso bisogna che si rivolga verso qualcosa che ricordi anche vagamente una costruzione. Qualcosa che si basi su una presunzione di rispettabilità, qualcosa o qualcuno che possa eventualmente vendicarsi, che detenga insomma un potere.L'irriverenza di BEETLEJUICE è invece rivolta verso un procedimento cinematografico, una mania tecnica, quel grande trucco di successo chiamato "effetti speciali". E allora, sinceramente, di questo tipo di dissacrazione non ce ne frega niente.
La storia del film non è neanche antipatica. Simpatici sono i due protagonisti, sposini novelli, che scompaiono subito dal mondo dei comuni mortali in un incidente della circolazione; per ricomparire subito, ma in veste di fantasmi. Simpatico è anche il procedimento drammatico, che consiste nel rovesciare le conseguenze spettacolari: i due giovani fantasmi non riescono a spaventare i vivi, sono anzi loro a dover sopportare la presenza di una famiglia di pseudoartisti sbarcati nella loro casetta di campagna direttamente da New York.
Firmato da un allievo di Walt Disney passato ad altri mostri in auge, BEETLEJUICE pullula quindi d'effetti terrificanti, creature più o meno decomposte visto il soggetto del film, che più repellenti appaiono meno spaventano lo spettatore poiché inserite in quello schema a rovescio.
Come spesso con gli americani, BEETLEJUICE è un film abile, ben fatto come si suol dire. E tanto più scoraggiante: poiché l'inutilità dell'impresa, accostata alla sua professionalità, ci fa misurare come sempre meno il cinema riesca a significare l'aria dei tempi.
Oppure proprio il contrario: e allora c'è egualmente da star poco allegri."