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ATTRAZIONE FATALE
(FATAL ATTRACTION)
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  Stampa questa scheda Data della recensione: 18 febbraio 1988
 
di Adrian Lyne, con Glenn Close, Michael Douglas, Anne Archer (Stati Uniti, 1987)
 
Si è detto - chi più, chi meno - dell'ambiguità del successo del momento. L'unione di due formule di successo - non andiamo a pescare troppo lontano - quali la trasgressione sessuale e l'orrore sadomasochistico. La minaccia dell'AIDS ed il rigurgito moralistico: state a casa davanti alla TV, e non vi succederà niente. Se siete uomini: non fate le corna a vostra moglie. Se siete donne: non lavorate. Sennò, altro che emancipazione, finirete matte come Glenn Close.

Ma le cose, perlomeno al cinema, non nascono mai a caso. Se ATTRAZIONE FATALE finisce a quel modo, magari oltre le intenzioni dell'autore (anche se il precedente di 9 SETTIMANE E MEZZO, in fatto di polvere negli occhi, ipocrisia, e avanti massaie che vi faccio vedere quali sono le turpitudini - patinate - del sesso, non era niente male) è per una ragione ben precisa. Quella che la sua ambiguità, la sua approssimazione è tutta contenuta nella sua fattura cinematografica: si può barare con le idee ("io non intendevo dire quello", e via dicendo), ma non con la scrittura. E ATTRAZIONE FATALE è scritto con estrema povertà (al di la di una normale abilità tecnica - e della recitazione eccellente di Michael Douglas). Quando, per esprimere la gioia della famiglia, uno non riesce che ad inquadrare decine di volte dei ritratti di famiglia; o a filmare le smorfie della bimba e del cane pastore di turno. Quando, per esprimere il tripudio - dei sentimenti, o che so io, probabilmente dei sensi- uno passa il tempo a far filtrare i raggi di sole fra i capelli degli attori. Quando, per esprimere l'orrore, lo stesso non trova di meglio che far strabuzzare gli occhi e gonfiare le vene del collo. Quando, per esprimere non so quale coincidenza, uno monta in parallelo la bimba e l'assassina sulle montagne russe, e la madre che la cerca disperata in auto fino a scontrarsi ad un semaforo come se ci fosse un nesso, allora non ci si può lamentare se dal tutto nasce la confusione, o la malafede, del messaggio.

Da FLASHDANCE a quest'ultimo FATAL ATTRACTION, la carriera di Lyne è perniciosamente indirizzata verso un crescente doppogiochismo, tra il furbo ed il perverso. Le strade della pornografia, oh non certo quella di 9 SETTIMANE E MEZZO, sono come sappiamo infinite.


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