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ATTENTION BANDITS Film con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggio
  Stampa questa scheda Data della recensione: 15 ottobre 1987
 
di Claude Lelouch, con Jean Yanne, Marie-Sophie L. (Francia, 1987)
 
Una cinepresa virtuosistica, un modo d'intendere il cinema alla grande (in un'epoca in cui lo si pensa sempre più in formato teleschermo), un universo di paccottiglia. Il cinema dell'autore di UN HOMME ET UNE FEMME non cambia, anche se questo ATTENTION BANDITS è uno dei suoi film migliori.

Migliori, poiché i tipici difetti dell'autore sono meno evidenti; e perché i suoi pregi (l'entusiasmo, l'amore per i personaggi, il suo ottimismo ai confini dell'ingenuità) ne escono magnificati. ATTENTION BANDITS, che è una storia discretamente strampalata, è però una sceneggiatura più che professionale. Una volta accettate le vicissitudini non proprio verosimili di questo bandito che, come dice lui, ruba solo ai ricchi, l'incastro si svolge davanti ai nostri occhi con grande efficacia. C'è tensione, emozione ed anche osservazione in questo thriller melodrammatico: ed il segreto piu`vecchio del cinema, quello di saper raccontare una storia d'amore.

Anzi, due: quella di un padre che passa la vita in prigione scrivendo alla figlia. E quella dell'apprendista -malandrino del padre che, per sedurne la figlia, ne inventa una curiosa più che disonesta.

Per riuscire il vecchio trucco dei delinquenti simpatici bisogna avere dialoghi ed attori: Lelouch dirige Jean Yanne e sua moglie (che nel film interpreta il ruolo della figlia... ) perfettamente. Ci sono i silenzi, le esitazioni, i momenti preziosi anche se umili che finiscono per rendere vere le situazioni più eccentriche. Ed i dialoghi, che sono giusti, secchi, divertenti o graffianti a seconda del momento.

ATTENTION BANDITS è un film che si segue con partecipazione, perché l'emozione si trasmette, perché' il regista non si abbandona alle solite giravolte controluce, perché' quest'emozione non permette quasi mai alla qualità del suo sguardo di affiorare. Quando succede, rieccoci il Lelouch di tante fanfaronate. Il nostro Arsenio Lupin mette in salvo la figlia appena adolescente, prima di farsi i dieci anni di prigione:? Che scelga la pensione per "figli di re" nei pressi Losanna sarà anche nella logica del personaggio: ma quando ci mostra tutto l'apprendistato (riverenza, soufflé e cavalcata di buona famiglia) come il massimo della facilità su terra, è perché ci crede. E quando ancora, passati i dieci anni, si ritrova finalmente la figliola ormai ventenne, dove la conduce alla prima uscita: da Cartier...

Il dramma di Lelouch non è quello di mostrarci un truffatore di lusso che non pensa che a raggiustare le cose in tal maniera: ma di filmare esattamente allo stesso modo (con la medesima fede che se gli fosse dato il potere di filmare il paradiso), con l'identico significato morale che ogni sguardo cinematografico possiede, le lacrime vere del bandito e le perle, magari false, del gioielliere.


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