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GENTI DI DUBLINO
(THE DEAD)
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  Stampa questa scheda Data della recensione: 28 aprile 1988
 
di John Huston, con Anjelica Huston, Donal McCann, Rachael Dowling, Cathleen Delany, Helena Carroll (Stati Uniti, 1987)
 
Esistono dei momenti di creazione artistica nei quali quali l'autore e l'opera si confondono. È il caso di questa novella di James Joyce, l'ultima della raccolta "Dubliners", pubblicata nel 19l4: una trascrizione fedele di un'opera letteraria che chiude la straordinaria carriera di un gigante del cinema. Una carriera iniziata nel l941 con un celebre capolavoro, e un'adattazione letteraria altrettanta fedele, THE MALTESE FALCON.

Tutto ciò non avviene per un fatto casuale, anche se commovente: la proiezione della prima del film a Venezia, pochi giorni dopo la morte del regista il 28 agosto l987. Ma perché ogni aspetto di questo film ha non soltanto il carattere di un testamento artistico e spirituale, ma sembra costruito sul respiro e la profondità che segna gli ultimi istanti di vita di ogni individuo. E, ancor più forse, di un creatore.

Racconto di una cena famigliare di fine anno a Dublino, e della crisi che i piccoli avvenimenti della serata creano all'interno di una coppia, THE DEAD vivrebbe di vita propria anche come semplice descrizione d'ambiente. La recitazione ed i canti (nella tradizione irlandese - il film è interpretato interamente da attori teatrali di quel Paese), l'attenzione e la misura della dimensione registica, conducono ad una pittura estremamente lineare, coerente e delicata. Ma da questo stato di grazia (assolutamente straordinario, se consideriamo oltre tutto che fu ottenuto da un uomo di 81 anni, assistito costantemente da due bombole di ossigeno... ) nasce ciò che più conta: un rispetto totale per uno dei testi letterari più difficili da tradurre in immagini, un invito costante al piacere di questa lettura.

Dell'opera letteraria, il film non riprende solamente il ripensamento sull'amore e la morte: ma soprattutto, ed è ciò che rende il film di una preziosità rara, il continuo rinvio dei silenzi, delle pause. È quando tacciono le parole od i canti di THE DEAD, che l'eco più profonda dei loro significati e delle loro emozioni sembra diffondersi nell'aria.

In questo senso il film è probabilmente irripetibile: poiché traduce la perfetta identità fra il momento esistenziale dell' uomo (e la sua carica straziante di dubbio e certezza, serenità e disperazione, conoscenza e impotenza) e la grazia creatrice dell'artista.


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