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IL LUOGO DEL CRIMINE
(LE LIEU DU CRIME)
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  Stampa questa scheda Data della recensione: 15 gennaio 1987
 
di André Téchiné, con Catherine Deneuve, Wadeck Stanczak (Francia, 1986)
 

André Téchiné che in due anni consecutivi ha presentato a Cannes due film della qualità di RENDEZ-VOUS e di questo LE LIEU DU CRIME è un raffinato che gioca sopra le righe. Operazione seducente, nella quale egli spesso eccelle fra i francesi (BAROCCO, HOTEL DES AMERIQUES) e niente facile, come questo film dimostra.

Girato sulle rive della Garonna, racconta di un adolescente che incontra due evasi. Uno dei due, per difenderlo dal compagno, diventa addirittura un assassino. E incontra la madre del ragazzino: Catherine Deneuve, privata di tailleur e messa in piega, inscialbita anzi, mal fagottata e in attesa di qualcosa che le cambi la vita.

L'idea di riportare la Deneuve ai tempi frusti di Bunuel è tra le cose migliori del film. Ma è anche un peccato che l'ottica di LE LIEU DU CRIME si sposti dal figlio alla madre. Anche se i due hanno ovviamente più di una cosa in comune (quella di invidiare all'evaso proprio la sua condizione) è il ragazzino ad essere più vicino all'autore: con il suo linguaggio, al tempo stesso violento e fragile, i suoi rapporti con la famiglia con il prete educatore. Tutti elementi di chiara ispirazione autobiografica.

Dall'incontro fra Catherine ed il buon evaso nasce la passione. Normale, in un film di Téchiné: perché la passione, e la sua descrizione, serve da sempre al regista francese per infrangere i limiti dell'ordine borghese, della morale comune (di quello, insomma, che si può o non si deve fare per evitare di disturbare il vicino). E denunciarne così le aberrazioni. Chiacchierata e messa al bando, a mamma Deneuve non rimane che pronunciare quella che è la frase-chiave del film: "ora sono tranquilla, e non prima: quando cercavo di imitarvi, senza riuscirci" Mentre il ragazzino, saggiamente, torna in bici sulle rive della Garonna.

Splendide e luminose, filmate quasi naturalisticamente, sono proprio queste immagini ad ingannare Téchiné: per filmare la passione e le sue incongruenze ci vogliono (e sono proprio i film precedenti del regista ad insegnarcelo) i toni iperrealistici. Sono i soli che permettono di far credere che è la verità ad essere falsa, mentre è invece vera ed accettabile l'amplificazione della realtà. Girato come un film di Renoir, LE LIEU DU CRIME è invece un film intelligente e sensibile. Ma del tutto improbabile.


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