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BLOOD SIMPLE - SANGUE FACILE
(BLOOD SIMPLE)
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  Stampa questa scheda Data della recensione: 9 settembre 1992
 
di Joel e Ethan Coen, con John Getz, Frances Mc Dormand, Dan Hedaya (Stati Uniti, 1985)
 
"Eccolo finalmente, sulle ali del successo di BARTON FINK, di MILLER'S CROSSING, di ARIZONA JUNIOR il misterioso film-culto, il loro primo film. Ovviamente, come c'insegnano ormai i due terribili fratelli, irriverente, iconoclasta, scombinato ma logico, barocco e claustrofobico, assurdo ma referenziale, sordido e violento ma con una sorta di distacco ironico e colto, che gli rende quella purezza che si trasformerà nella poesia di MILLER'S e BARTON FINK.

Anche se è un giochetto fin troppo facile, dettato in parte dal senno di poi, il piacere della visione di questo giallo di James Cain, non si limita al diletto di uno scatenato gioco di massacro: ma a quello di ritrovare "in nuce" in questa opera prima creata quasi dal nulla con quelli che s'indovinano essere due soldi, molti degli elementi che faranno grande il cinema dei due.

La rivisitazione di un genere, innanzitutto: qui il thriller nero come il colore del sangue, al quale seguiranno, come sappiamo, la road-movie, il cartoon, l'hollywood-story . Rivisitazione non tanto per cultura o nostalgia: ma per proporre al giudizio dello spettatore degli archetipi di comportamento, di situazione. I due Coen prendono in prestito da Cain (oltre l'epoca, i personaggi, l'ambiente corrotto) non tanto una storia che non esiste e che comunque conosciamo a memoria. Ma, ed è un'altra caratteristica del loro cinema, dei personaggi destinati ad essere giudicati dallo spettatore con distanza ed ironia critica, alla luce delle sue conoscenze attuali. Come quelli che seguiranno, BLOOD FOR SIMPLE è un film amorale nel senso giusto della parola: film sulla manipolazione, sull'opposizione fra il cuore e la ragione.

Nessuno si salva. Non certo il marito che impazzisce di gelosia e decide di assoldare un sicario per eliminare la moglie e l'amante. Ma nemmeno i due amanti che diffidano non soltanto del mondo che li circonda, ma anche di loro stessi, in una corsa precipitosa in avanti (tipica del cinema dei Coen) che li avvia in una sconsolata spirale di perdizione.

In un universo in putrefazione, fatto di sangue e sudore, sporcizia certo ancor più morale che fisica, calcoli meschini che si fanno ben presto sordidi, è solo l'humour della visione a permetterci di assistere distaccati. E critici: l 'eroe dei Coen è allora una volta ancora l'Americano (oppure ognuno di noi?) indifeso, isolato (isolazionista?) nel quale si afferma progressivamente il terrore del vicino, del diverso, dell'altro. In ARIZONA, per gioco come nei cartoni animati, questi irromperà bucando le pareti come fossero di carta. In MILLER'S CROSSING, più drammaticamente, attenderà celato nel buio dell'intimità domestica per sorprendere il padrone di casa proprio quando questi rientra rassicurato.

Le tubature sgocciolanti, i lavandini che inghiottono ogni sorta di ludibrio, i gemiti e le tappezzerie scollate, i muri fatiscenti, protezioni illusorie che fondono sotto gli occhi nell'afa californiana di BARTON FINK, sono già in BLOOD SIMPLE. Espressione barocca di un clima glauco e malsano, dove la diffidenza si fa livida angoscia. E, paradossalmente in tanta decomposizione, sguardo morale su una società ed un'epoca che ha appreso, più di ogni altra cosa, a diffidare del vicino. E, a titolo di prevenzione, fregare il prossimo."


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