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I TRAMPOLI
(LOS ZANCOS)
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  Stampa questa scheda Data della recensione: 20 giugno 1985
 
di Carlos Saura, con Laura del Sol, Francisco Rabal (Spagna, 1984)
 
Presentato un anno fa alla Mostra di Venezia Los Zancos sottolinea le qualità di colui che è stato pur sempre il più grande cineasta spagnolo del dopo-Buñuel. Ma ne conferma anche la crisi d'ispirazione o perlomeno, la stanchezza nell'invenzione. I trampoli del curioso titolo sono quelli usati da una giovane compagnia teatrale: si sa che Saura, da sempre, predilige giocare sui rapporti tra finzione (teatrale) e realtà (cinematografica). Ma dalla finzione creata dal protagonista (un maturo commediografo, rimasto vedovo di recente, che accetta di uscire dal proprio dolore per scrivere per i giovani teatranti) alla realtà fin troppo presto intuita, il passo è breve.

"La mort d'un époux ne va pas sans soupirs. On fait beaucoup de bruit, et puis on se console", diceva all'incirca La Fontaine. E anche il nostro scrittore, fallito il tentativo di suicidio iniziale, si prende una cotta per l'avvenente prima-attrice Laura del Sol; una sbandata che lo spettatore esiterà se considerare simpaticamente giovanile piuttosto che ridicolmente senile. Ma è proprio in questa esitazione, forse, che sta la misura del film: ché Saura, esperto indagatore di sentimenti umani, è abile e misurato nel descrivere le contraddizioni suscitate nell'animo di un uomo ormai vicino alla vecchiaia dall'incontro con la giovinezza, la passione, l'erotismo. E, nel contempo, l'abbandono, poi l'esitazione, infine il rifiuto nel comportamento della giovane donna.

Misura, tenerezza, delicatezza del regista nel toccare questi registri. E nel dirigere di conseguenza gli attori, tenuti alla briglia nelle loro reazioni più intime. Un sacco di belle qualità, e anche un pizzico di autobiografia, se non di autocommiserazione: tanto che nell'edizione spagnola del film (un omaggio alla passionalità iberica?) il tentativo di suicidio-bis che conclude la pellicola, riesce. Mentre fallisce ancora una volta nell'edizione che passa sui nostri schermi... A noi non rimane che partecipare all'amarezza di un intellettuale che avanza negli anni e che si pone i quesiti d'obbligo. Ma anche a quella di un creatore che sembra abbandonare tematiche originali per brancolamenti, magari di qualità, ma certo un po' disordinati. Dal fiasco di Antonieta al virtuosismo di Carmen a questo Zancos, tutto tende a confermarlo.


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