3829 recensioni a vostra disposizione!
   

AI NOSTRI AMORI
(A NOS AMOURS)
Film con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggio
  Stampa questa scheda Data della recensione: 1 novembre 1984
 
di Maurice Pialat, con Sandrine Bonnaire, Dominique Besnehard, Maurice Pialat (Francia, 1983)
 
Ritratto di un'adolescente ingenua e perversa "che non crede all'amore", ritratto dei suoi rapporti con la famiglia e, in modo particolare, con il padre. Un padre che è interpretato dal regista stesso del film, da Maurice Pialat. Un film quindi, non è difficile indovinarlo, al quale se ne sovrappone un secondo: quello dell'incontro fra un cinquantenne, regista scorbutico, marginale e sicuramente geniale, e un'attrice esordiente, sedicenne e altrettanto sicuramente destinata ad un grande avvenire, Sandrine Bonnaire. Regista della realtà e dell'autentico, Pialat è un cineasta del tutto particolare. Per descriverlo occorrerebbero pagine intere. I suoi film non sono scritti in anticipo, ma nemmeno scritti alla giornata, come quelli di Godard. Gli attori sono da un lato diretti con una durezza che è celebre nel mondo del cinema, ma dall'altro abbandonati alle proprie reazioni, lasciati nello spazio di una situazione senza sapere cosa succederà nell'istante che segue. Le giornate di ripresa si seguono in un'atmosfera d'incertezza, di tensione, ma anche d'invenzione del tutto uniche: molte scene vengono abbandonate al montaggio, altri dettagli a prima vista secondari sono ricuperati più tardi e fusi alle sequenze prescelte. Il risultato e tutto da vedere, nel precedente LOULOU e in questo A nos amours. Una "storia" che procede non senza intoppi, dei personaggi che spuntano a metà film, un inizio che sembra incollato. Ma degli intoppi, un po' come nel caso delle ellissi cinematografiche, che non disturbano lo spettatore. Perché questi è tutto intento a seguire dei momenti autonomi, degli istanti d'ineguagliabile verità. Il cinema di Pialat è fatto di una serie di momenti privilegiati: come quella cena che occupa la parte finale di A nos amours, con il padre che rientra inaspettatamente. Mai, nel cinema di oggi, avrete visto degli attori vivere a quel modo attorno ad una tavola, reagire, sorprendersi come gli spettatori ad un colpo di scena. Ma, con tutto questo, il cinema di Pialat non nasce da un procedimento intellettuale: ed il fascino del suo modo di filmare nasce anche dalla sua universalità. Al contrario di Godard, come Renoir o come Pagnol, Pialat è l'erede di un cinema di tutti, che rifiuta l'artefatto; che ritrova, nell'incontro fra il ragionamento del regista e la realtà dell'attore, il segreto sublime della verità. I film di Pialat nascono in un modo e finiscono in un altro: qui non era previsto che Pialat interpretasse il padre, che questi non morisse all'inizio del film, che nascessero delle scene come quelle che occupano quasi totalmente un film che doveva essere il ritratto ai una ragazzina che non va a letto con nessuno pur dando l'impressione di andare a letto con tutti... Questa trasformazione, anche negativa per una lettura a prima vista del racconto, è lo scotto che dobbiamo pagare per accedere al privilegio di cui sopra. Quello di veder vivere dei personaggi rispetto ai quali gli altri, quelli del grande schermo per non parlare di quello piccolo, paiono monumenti imbalsamati d'ipocrisia.

   Il film in Internet (Google)
  Film dello stesso regista

Per informazioni o commenti: info@films*TOGLIEREQUESTO*elezione.ch

Elenco in ordine


Ricerca






capolavoro


da vedere assolutamente


da vedere


da vedere eventualmente


da evitare

© Copyright Fabio Fumagalli 2024 
P NON DEFINITO  Modifica la scheda