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IL MONDO NUOVO
(LA NULT DE VARENNES)
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  Stampa questa scheda Data della recensione: 27 ottobre 1983
 
di Ettore Scola, con Marcello Mastroianni, Hanna Schygulla, Jean-Louis Barrault , Harvey Keitel, Daniel Gélin, Laura Betti, Michel Piccoli, Didi Perogo, Enzo Jannacci (Italia - Francia, 1982)
 
Apparso un anno e mezzo fa a Cannes, questo film "storico" (meglio sarebbe dire sulla Storia, poiché al termine si vede il protagonista uscire, vestito come ai tempi di Luigi XVI, in piena Parigi del 1982.... con tutto il distacco che ciò comporta) sembra dar ragione a coloro che sostengono che il pubblico, come il cliente, ha sempre ragione. Infatti malgrado la cura indubbia con la quale è stato fabbricato, e l'intelligenza dell'autore che non fatica a trapelare dalle immagini, La nuit de Varennes ha ríscosso un sucesso ben più modesto di quello che i suoi produttori, la grande Gaumont, si aspettavano. Sia a Cannes, dove il film rimase, all'asciutto, che ai botteghini.

Descrivendo la fuga da Versailles di Louis XVI sulle tracce di un aneddoto in effetti mai accaduto, Ettore Scola ha fatto un po' come John Ford nel celebre Ombre rosse: ha rinchiuso in una diligenza alcuni personaggi, e ne ha fatto dei testimoni rivelatori di quanto di più grande, universale, stava accadendo attorno a loro. Il procedimento, non inedito, della storia vera, vista attraverso il buco della serratura.

L'interesse del film sta soprattutto nella bravura con la quale il regista della commedia all'italiana ha sfruttato il procedimento: del re in fuga, inutile dirlo, vedremo soltanto, e per un attimo, i piedi. Di quel celebre sovvertimento storico, sociale e di pensiero avvertiamo soltanto gli echi dei personaggi meno importanti del seguito.

Un film che non sarebbe dispiaciuto a Visconti. Perché tratta quel tema che l'autore di Senso ha composto per tutta una vita: il momento di un trapasso storico e sociale, la scadenza dei valori e delle filosofie vissuta da un aristocratico consapevole. Aristocratico non solo di classe, quanto di mente. Come gli eroi di Visconti anche i personaggi più riusciti nel film di Scola vivono il dramma della lucidità. Consapevoli di appartenere ad un'epoca di valori corrotti, consapevoli delle nuove forze, ma anche dei limiti, di quelli che si stanno avvicinando. In questo senso il personaggio di Marcello Mastroianni, Casanova decrepito ma ancora capace di qualche guizzo e non soltanto amoroso, doloroso e pieno di humour al tempo stesso, è il momento più alto del film e uno dei più ispirati di tutta la carriera dell'attore (Fellini compresi). Jean-Louis Barrault ritorna allo schermo con l'abituale maestrìa: il suo personaggio, lo scrittore Restif de la Bretonne, è una specie di cantastorie della vicenda. E c'è infine Hanna Schygulla, la contessa che rifiuta di rassegnarsi, la dama di compagnia della regina che si porta appresso gli abiti da cerimonia ormai inutili e assurdi con contenuta venerazione. Scola lo avrete capito, riesce soprattutto quando è vicino ai suoi personaggi: sostenuto dall'ottima sceneggiatura dello scomparso Sergio Amidei ci rivela queste psicologie (e, ancor meglio, lo sconquasso del dramma universale in quelle psicologie) con l'arte dello squisito cesellatore.

Più convenzionale e didattico si rivela La nuit de Varennes quando allarga l'inquadratura. Allora mostra le rughe proprie alla sua origine: quelle di una grossa produzione, destinata a piacere a tutti.

Che poi, come si è visto (et pour cause...) è proprio quello che non è successo.


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