3828 recensioni a vostra disposizione!
   

FUGA DA ALCATRAZ
(ESCAPE FROM ALCATRAZ)
Film con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggio
  Stampa questa scheda Data della recensione: 20 dicembre 1979
 
di Don Siegel, con Clint Eastwood, Patrick McGoohan, Fred Ward, Roberts Blossom, Jack Thibeau (Stati Uniti, 1979)
 

Ogni film che tratti di un'evasione da un luogo chiuso, nel quale un individuo è costretto dalla forza, può difficilmente non rimandare ad uno dei capolavori che quel tema abbia ispirato, Un condannato a morte è fuggito, firmato nel 1956 da Robert Bresson. Di quel film disse l’autore: “Ho evitato ogni drammatizzazione, ho ricercato la massima semplicità, poiché l'emozione doveva nascere non dai dettagli, ma dal senso generale dell'azione”

Nessun cinema, più del suo, è stato capace di avvicinarsi al significato di un uomo, solo con un cucchiaio o con una lima da unghie che briciola dopo briciola, tenta di scavarsi il passaggio in una muraglia. Per Bresson la ricerca della grazia, la ricerca di Dio se volete, passa attraverso un lungo, sofferto lavoro di epurazione. Dio ha disseminato l'inferno del mondo di mille ostacoli che ci impediscono di giungere a lui. Se il cammino dell'uomo consiste nel farsi largo tra questi ostacoli, quello del cineasta si riassume in una lotta continua per eliminare questi elementi estranei. E tutta la storia del cinema di Bresson è il racconto di questo lungo cammino alla ricerca della purezza, nel rifiuto di ogni elemento espressivo inutile, della lucidità, della ragione che ci sono negate nella vita di ogni giorno.

Don Siegel non è Bresson. Ma Siegel rappresenta, nel cinema americano, uno dei pochi sopravvissuti della grande generazione degli anni Cinquanta-Sessanta. Non è mai stato un genio, se per genio s'intende chi trascende la materia trattata per raggiungere la perfezione eterna del divino. In questo senso lo è, semmai, Bresson, Ma il Siegel che possiamo ammirare ancora oggi in questo Fuga da Alcatraz (Escape from Alcatraz) è l'erede impeccabile dell'idea fondamentale di quella generazione di cui parlavamo. La ricerca della qualità, l'amore per il mestiere, quello stesso amore che porta l'artigiano così vicino alla materia, al legno o al metallo scavato fino a rendercelo palpabile. Fuga da Alcatraz è fatto con grande semplicità, con l'intenzione di fare della cronaca asciutta, di attenersi all'essenziale, di non cedere alle tentazioni dell'effetto spettacolare (fotografico, musicale, di montaggio) che non ha come risultato che quello di allontanare lo spettatore dalla realtà sul cammino della mistificazione. O, talvolta, dell'illusione che porta alla fascinazione.

L'onestà del mestiere di Siegel dona ad una parte del film (la prima) una sua ragione d'essere. Senza bisogno di attaccarsi ai temi tradizionali dell'insopprimibile sete di libertà dell'uomo, l'universo claustrofobico della repressione (che ricorda un altro grande esempio del genere, The Criminal di Joseph Losey), l'assurdità delle regole della vendetta, la riproposta delle leggi di casa (le belle sequenze che riguardano i neri) affiorano con grande chiarezza. Siegel non sarà Bresson: se il film cede, suo malgrado, a certe regole del genere, se la seconda parte è meno significativa della prima (anche perché questa è magnificamente centrata sul viso asciutto dell'ottimo Clint Eastwood) è in parte per quella un po' crudele diversità. Dietro alla fuga di Bresson c'è la ricerca di un dio, dietro a quella di Siegel c'è la fede in un mestiere. Il che non è proprio la stessa cosa.


   Il film in Internet (Google)
  Film dello stesso regista

Per informazioni o commenti: info@films*TOGLIEREQUESTO*elezione.ch

Elenco in ordine


Ricerca






capolavoro


da vedere assolutamente


da vedere


da vedere eventualmente


da evitare

© Copyright Fabio Fumagalli 2024 
P NON DEFINITO  Modifica la scheda