3829 recensioni a vostra disposizione!
   

BUFFALO BILL E GLI INDIANI
(BUFFALO BILL AND THE INDIANS)
Film con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggio
  Stampa questa scheda Data della recensione: 26 gennaio 1978
 
di Robert Altman. con Paul Newrnan, Burt Lancaster, Geraldine Chaplin, Harvey Keitel (Stati Uniti, 1977)
 
Le opere di Altman possono essere divise, grosso modo, in due tendenze: quelle corali, volte verso l'esterno, che descrivono l'America in modo al tempo stesso critico e generoso. A questa tendenza appartengono, ad esempio,MASH il film che lo ha rivelato, NASHVILLE il suo maggior successo commerciale, e questo BUFFALO BILL. La seconda parte dell'opera di Altman è composta dai film rivolti verso l'interno dell'individuo, tesi a mostrare i fantasmi dei personaggi, a svelare il loro intimo. È l'opera più sottile di Altman, quella che personalmente prediligiamo, quella di THE LONG GOODBYE, dei COMPARI, dello sconosciuto IMAGES dell'ultimo TRE DONNE.

BUFFALO BILL è quindi, come tutti i film del suo autore, un'opera dalla padronanza registica portentosa, dal grande interesse artistico e sociale (proseguendo Altman la sua sistematica rivisitazione dei miti americani), ma che va posta un gradino al di sotto dei suoi grandi capolavori. Nei film corali, aperti, descrittivi (e tra questi, come detto, comprendiamo anche il celebre NASHVILLE la grandezza linguistica del regista, la sua incredibile capacità di organizzare sullo schermo personaggi, ambienti, avvenimenti, di creare, insomma, lo spettacolo, tende un poco a soffocare la sua attenzione per l'individuo.Quando Altman può dedicarsi ai suoi personaggi in modo più preciso, nascono dei viaggi verso l'intimo dell'uomo (e del mito, naturalmente) che sono tra le cose più belle che il cinema americano ci abbia mai offerto. Queste riserve non offuscano comunque il fatto che BUFFALO BILL rimanga un film eccezionale. L'intento è chiarissimo: come in tutta la sua opera, Altman attacca il mito dell'americano, il pilastro del sogno collettivo, le ragioni di una fede globale che egli, in poche immagini, ridimensiona e distrugge. Non con rabbia, quasi con comprensione umana. BUFFALO BILL riprende il processo tecnico di NASHVILLE, quello di utilizzare più bande sonore. Di disintegrare il discorso sonoro, che è quello che segue lo spettatore, in mille faccette. Questo gli permette di mostrare contemporaneamente, nella medesima inquadratura le diverse facce della realtà. Quello che accade in primo piano, drammatizzato dall'immagine, ma anche quello che succede dietro all'evidenza delle cose. È un cinema nuovissimo, ma che segue forse quello che in letteratura è già stato fatto cinquanta anni fa, da Joyce o Dos Passos.

Rimane il fatto che il cinema di Altman (anche quando, come qui, riesce a costruirsi sulle due ore di proiezione in modo meno perfetto che non in NASHVILLE) è uno spettacolo irripetibile. È un esempio incredibilmente concreto, palpabile, di cosa significhi regia al cinema. Vedere un film di Altman è comprendere come l'intervento registico abbia un proprio valore autonomo, sia il cuore e la ragione d'essere di ogni emozione cinematografica.


   Il film in Internet (Google)
  Film dello stesso regista

Per informazioni o commenti: info@films*TOGLIEREQUESTO*elezione.ch

Elenco in ordine


Ricerca






capolavoro


da vedere assolutamente


da vedere


da vedere eventualmente


da evitare

© Copyright Fabio Fumagalli 2024 
P NON DEFINITO  Modifica la scheda