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di André Techiné, con Isabelle Adjani, Gerard Depardieu, Marie-France Pisier
(Francia, 1976)
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I cineasti sono spesso stati sedotti dal potere mistificatorio del linguaggio cinematografico. Così, il tema dello sdoppiamento della personalità ha permesso ad Hitchcock di fare qualche capolavoro (VERTIGO, PSYCHO) e qualche buon film (MARNIE). Il cinema, grazie ad un gioco di sguardi, permette non solo la mistificazione estetica, ma anche quella interiore, rovesciando valori morali che il pubblico designa ai protagonisti: vittima tiranno, innocente colpevole, eccetera. In Téchiné è preponderante l'influsso del cinema americano e di quello espressionistico tedesco: BAROCCO fa pensare spesso al Lang di MABUSE, a Murnau, a Nicholas Ray o a Minnelli. Il suo cinema che è stato definito iperintellettuale, un universo perfetto e forse glaciale nel quale l'immagine è trattata per esasperarne gli effetti espressionistici. Depardieu è l'amante di Adjani, poi l'assassino dell'amante e poi, nuovamente, l'amante. Dei due personaggi, amore e morte, cambia soltanto il colore dei capelli, biondo o bruno. Ogni realtà trova il suo riflesso, ogni verità la propria contraddizione: e da questa constatazione nasce una continuità esistenziale, la perennità di un culto. Téchiné tocca nel suo film anche il sociale, la corruzione politica, la disoccupazione, la prostituzione. Inscritto nel quadro del fantastico tutto questo potrà anche essere discutibile: ma non si può negare al film quell'originalità di ispirazione e quella continuità di intenti che troppo spesso è assente dal cinema francese contemporaneo.
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Il film in Internet (Google)
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Film dello stesso regista |
Per informazioni o commenti:
info@films*TOGLIEREQUESTO*elezione.ch
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capolavoro
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