PER LE ANTICHE SCALEè ben lontano da trovare una giustificazione contenutistica: il decorativismo, il calligrafismo di Bolognini si perde in una vicenda psicologicamente mal dosata, nella quale le tentazioni commerciali sono così evidenti, da far sfociare la pellicola in certi climi cari al film erotico per non dire pornografico.

Alla base del film è il romanzo di Mario Tobino, medico psichiatra e scrittore: e PER LE ANTICHE SCALE dovrebbe essere una meditazione sulla condizione del malato mentale, sul modo con il quale viene curato, sui suoi rapporti con il mondo sano. Ed inoltre sulla relativa normalità del mondo esterno. Non per nulla Bolognini fa terminare il suo film con delle immagini sulla grande follia che dilaga: l'avvento del fascismo, la catastrofe della guerra imminente. Ma tutto è buttato là, inficiato dalla volgarità del richiamo commerciale, tanto più grave ove si consideri la delicatezza di toni, e l'equilibrio nel giudizio che questi soggetti esigono.

Il film prese anche un premio, un paio di anni fa a Locarno. Ora, un movimento in difesa di non so quale dignità, vorrebbe proibire le proiezioni in piazza alle pellicole "pornografiche". Bene: che si incominci ad evitare le proiezioni (e magari anche la premiazione) di queste perlomeno ambigue. E si incominci a capire che la vera pornografia sta nell'ignoranza, nel calcolo di questa ambiguità.