|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
di Pascal Aubier, con Brigitte Fossey, Rufus, Germaine Montero, Michel de Ré
(Francia, 1975)
|
|
|
|
Pascal Aubier, comunista e militante, sceglie la strada della favola per fare del cinema politico. La sua è una allegoria su un suicidio collettivo: sette persone, riunite in un club di anime solitarie, giocano con le armi. E finiscono per farsi fuori a vicenda, in un bosco d'autunno. L'idea non è priva di originalità, e l'atmosfera fantastica per condurre un discorso sull'autodistruzione del nostro sistema vale, a priori, non meno di un certo realismo pseudo-documentaristico di tipo hollywoodiano. Ma il rigore del regista è lungi dall'essere assoluto. Gli attori (Rufus, Fossey, Montero) sono forti e abbandonati a loro stessi, e l'uso del linguaggio è spesso abusivo. Mostrarci mille volte la medesima immagine (una porta che si apre sulla tavola dei cuori solitari, la gente nel metrò, il supermercato) per farci comprendere l'assurdità di una vita disumanizzata e snaturata, non soltanto non è efficace, ma discretamente tedioso.
|
|
Il film in Internet (Google)
|
Per informazioni o commenti:
info@films*TOGLIEREQUESTO*elezione.ch
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
capolavoro
da vedere assolutamente
da vedere
da vedere eventualmente
da evitare
|
|
|