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IL CASO KATHARINA BLUM
(DIE VERLORENE EHRE DER KATHARINA BLUM)
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  Stampa questa scheda Data della recensione: 24 febbraio 1977
 
di Volker Schlöndorff, con Angela Winkler, Mario Adorf, Heinz Bennent, Dieter Laser (Germania, 1975)
 
IL CASO KATHARINA BLUM è la storia di uno stupro. Di come io, voi, coinvolti casualmente nell'incontro con un ricercato dalla legge vediamo la nostra vita privata, il nostro equilibrio morale e sociale violentato dall'intervento della stampa, dei mass-media come li chiamano. Con la collaborazione della polizia, e la benedizione del sistema democratico.

Tutto questo proviene dal romanzo di Henrich Böll, premio Nobel, celebre fustigatore di certi malvezzi della Germania postadenaueriana, e insorto contro i metodi della stampa di Springer (nel libro si cita espressamente la rivista "Bild", nel film no: il che tra l'altro dimostra come un mezzo sia già, a seconda del proprio potere di divulgazione, condizionato...) ai tempi della banda Bader-Meinhoof. Schloendorff, e la sua co-sceneggiatrice nonchè consorte Margarethe Von Trotta, non aggiungono granché al libro di Böll. Il suo film è utilissimo perché divulga dei concetti sacrosanti, perché è fatto con grande dignità formale. E perché la protagonista Angela Winckler è ben scelta. Sul suo viso si staglia progressivamente la violazione umiliante che si compie nella coscienza.

Ma il film non è nemmeno esente da un certo schematismo dei personaggi e delle situazioni, da una mancanza di finezza nell'uso dei chiaro-oscuri nella pittura delle psicologie. L'opera di Schloendorff, uno dei nomi più noti del floridissimo cinema tedesco di oggi, è stranamente divisibile in due parti distinte. Quella delle opere nelle quali si occupa dei fatti contemporanei (FUOCO DI PAGLIA, KATHARINA BLUM, VIVERE AD OGNI COSTO) dove, accanto ad un innegabile impegno civile e politico, si notano delle formule che appartengono al cinema di consumo, con tutte le sue contraddizioni. E quelle inscritte nel passato ed inspirate spesso ai classici (Musil, Kleist, Yourcenar), nelle quali, meno legato al realismo e anzi portato all'astrazione, riesce però a raggiungere una maggiore unità di stile, un'efficacia polemica anche attuale. In definitiva, un più alto risultato artistico: è il caso di IL GIOVANE TOERLESS, MICHAEL KOHLHASS e quel COLPO DI GRAZIA visto a Locarno.


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