Di una storia d'amore si tratta infatti: dal “campus” al divorzio, un grande Robert Redford e un'attrice non forzamene discreta, ma indubbiamente ricca di mestiere come Barbara Streisand portano sui loro visi, sui loro gesti, sul filo delle loro incostanti relazioni amorose il peso dell'intero film. Ma così come JEREMIAH JOHNSON non era un semplice western, anche COME ERAVAMO

s'iscrive in quella che è la costante di tutta la carriera di Pollack, ed uno dei motivi ricorrenti di tutto un cinema americano fra il più recente. La revisione, in chiave critico–poetica, delle grandi epoche del cinema americano. Dei suoi miti, delle sue debolezze e virtù. Che sono state, in parte, le stesse dell'America di quegli anni.

Dagli anni della Depressione che motivano NON SI UCCIDONO COSI ANCHE I CAVALLI? a quelli dell'immediata vigilia della seconda guerra mondiale (la notizia della morte di Roosevelt è un istante che fa da perno all'opera) di COME ERAVAMO l'America che fa da sfondo, ricreata con una sensibilità psicologica rara, significa prepotentemente i personaggi, li eleva storicamente, esemplarmente.

A valorizzare il film non è tanto il “maccartismo” o altre problematiche appena sfiorate: ma la profondità che le psicologie dei personaggi acquistano al contatto di queste. Gli avvenimenti, dettati dalla scenografia, dall'ambiente, determinano i personaggi, in una simbiosi squisitamente cinematografica. Il film non è quindi soltanto l'evoluzione di una storia d'amore : ma un viaggio di due personaggi, di due motivazioni che si attirano e si respingono condizionate dall'evoluzione storica che accompagna la loro storia.

Ancora una volta, Pollack si rivolge al passato di Hollywood non solo per dedicargli un fervente omaggio, al quale è più che piacevole abbandonarsi. Ma per rivederlo criticamente con una lucidità che sola gli appartiene.