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FRATELLO SOLE, SORELLA LUNA Film con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggio
  Stampa questa scheda Data della recensione: 27 settembre 1973
 
di Franco Zeffirelli, con Graham Faulkner, Judi Bowker, Alec Guinness, Leigh Lawson, Valentina Cortese, Adolfo Celi (Italia - Gran Bretagna, 1972)
 
Esempio tipico di capolavoro per persone alla ricerca di forti emozioni poetiche. Se il cinema fosse, come ancora molti si ostinano a credere, una illustrazione fotografica della estetica teatrale, il film di Zeffirelli sarebbe un capolavoro. La fotografia è splendida, i luoghi di una bellezza a tratti commovente, i costumi, le scenografie di una sapienza compositiva e coloristica eccezionale. E anche certe sequenze, la loro dinamica, sono forti: si pensi a quella della visita di Francesco alla dantesca industria patema. 0 all'arrivo dell'imperatore, o all'udienza papale. FRATELLO SOLE, SORELLA LUNA è uno spettacolo di cultura e di gusto raffinato. Ma il cinema è qualcosa di più di una rappresentazione spettacolare.

Zeffirelli ricerca il bello, Visconti pure. Solo che dietro alla ricerca del bello di MORTE A VENEZIA o di LUDWIG c'è l'odore di morte della bellezza. La bellezza, l'armonia squisita delle immagini veneziane di Visconti rimandano immediatamente ad un discorso ulteriore. Sono il veicolo per una riflessione sul significato morale di quella bellezza: lo strumento per aprire sconfinate dimensioni al dramma dei personaggi. Delon e la Cardinale che si rincorrono nelle soffitte della villa del GATTOPARDO, l'amore della nuova generazione che sboccia fra i ritratti polverosi di viceré defunti non è soltanto pretesto per mostrarci splendide prospettive e delicati chiaroscuri. Ma e' il mezzo, sublime, per aprire un discorso storicamente ed esistenzialmente vastissimo sul trapasso delle epoche,delle societa' e degli individui. In Zeffirelli il bello serve soltanto alla ricerca dei bello: un procedimento che potrà anche affascinare, ma che non conduce lontano. Ogni inquadratura del regista, ogni risvolto dell'azione non è vista che in funzione della sua resa estetica, della ricerca del raggio di luce che indora i capelli o drammatizza una immagine, dell'alito di vento, del movimento di un gregge che serve a muovere una scena. La vicenda del poverello di Assisi si prestava - e Zeffirelli ha intelligentemente cercato di andare in quel senso - ad una attualizzazione dai molti risvolti. Il suo notevole mestiere di uomo di spettacolo, ed i molti equivoci sul significato del linguaggio cinematografico, lo hanno evidentemente e clamorosamente tradito.


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