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CONTINENTAL CIRCUS
(CONTINENTAL CIRCUS)
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  Stampa questa scheda Data della recensione: 20 luglio 1972
 
di Jerome Laperoussaz (Francia, 1971)
Doveva essere un film sugli uomini, ed è invece un film sulle donne. O su una per tutte, la donna di un corridore privato di motociclette, Jack Findlay. La loro lotta quotidiana per un motore, in premio, un tempo migliore. In contrapposizione con la figura di Agostini, bagnato dalla gloria, dalla vittoria, cullato dalla sicurezza di una costruttrice, che gli garantisce assistenza e continuità. Diciamo subito che è proprio questo raffronto fra i due mondi, quello dell'artigiano e quello del professionista, che stride di più nel film: quei montaggi paralleli delle disgrazie dell'uno e delle fortune dell'altro sono troppo schematizzati, facili e probabilmente anche falsi. E l'altro punto debole di CONTINENTAL CIRCUS, già che ci siamo, è la parte dedicata alle moto in corsa, belle foto certo, bella musica, bel baccano, ma che tradisce l'entusiasmo un po' ingenuo di un regista ventitreenne per l'estetica così evidentemente seducente del mezzo meccanico.

Ma il film, si diceva, è un film sulle donne, uno dei ritratti più sensibili che il cinema "documentaristico" ci abbia dato recentemente su una figura femminile. E l'interesse di questa pellicola sta proprio nell'intimità nella delicata introspezione che ha guidato la mano del regista nel seguire quello che sta dietro le quinte della corsa, nella opposizione fra quel mondo vero e quotidiano dell'emozione che lega due esseri umani e quella altra emozione, più reclamizzata, più evidente delle corse.

La cinepresa di Laperousaz, pur essendo agli antipodi del cinema verità, pur essendo ben presente ed "attiva" riesce egualmente a vivere accanto a Findlay ed alla sua donna in una intimità perfetta. Sia quando è presente a scrutare il viso angosciato della donna durante la competizione che quando è ferma ai bordi di una strada qualsiasi dell'itinerario zingaresco dei due, essa è parte integrante di un mondo certamente più segreto ed affascinante di quello di una corsa motociclistica, quello dei sentimenti umani.


   Il film in Internet (Google)

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