Romy Schneider in tutte le salse. Qui, tra l'altro, fotografata assai peggio che ne LA CALIFFA. Il suo mestiere, comunque, lo conosce alla perfezione; così come Maurice Ronet che rincorre, dai tempi del FEU FOLLETdi Luis Malle, un regista capace di metterlo in valore.
Non l'ha sicuramente trovato questa volta: Keigel gli cuce un "suspense diabolique" (come strombazza la pubblicità) che di diabolico ha soltanto il modo di scopiazzare Hitchcock. Il quale, sia detto fra parentesi, se è stato frainteso e sottovalutato dai critici, lo è in modo ancore più clamoroso dai registi alla ricerca del "suspense diabolique".
Perché l'arte di Hitchcock risiedeva nel suo stile, nel modo cioè di "come" mostrava le situazioni. E non nelle situazioni di per sè stesse: che erano, di solito, astruse per non dire cretine. Tutta questa gente che vuol riproporre la stessa zuppa tenta di ricreare quelle situazioni senza un minimo di grazia, non parliamo di arte, nel modo di presentarle. Niente di più normale, quindi, che non rimanga che il cretino delle situazioni. E Dio sa, se questa di QUI? lo è.