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ANTONIO DAS MORTES
(O DRAGAO DA MALDADE CONTRA O SANTO GUERREIRO)
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  Stampa questa scheda Data della recensione: 22 aprile 1972
 
di Rocha Glauber, con Mauricio Do Valle, Odette Lara, Othon Bastos, Hugo Carvana, Jofre Soares, Rosa Maria Penna (Brasile, 1969)
 
A due anni dalla sua apparizione al Festival di Cannes Premio Miglior Regia) il film del regista brasiliano è ormai un classico del cinema rivoluzionario. Cinema politico, cinema barocco, protesta che supera il limiti del libello per conquistare la dimensione superiore dell'arte; ma soprattutto cinema-somma, nel quale si riassumono una infinità di componenti spettacolari. Folclore e musica, colore e balletto, tradizione del western e del teatro si coniugano alla religione, alla mitologia, all'anima di un paese per comporre una sorta di opera fantastica che è certamente un risultato straordinario per un cinema di protesta sociale.

ANTONIO DAS MORTES vive per la perizia con la quale Rocha combina, alternandoli, questa infinità di temi, questa varietà di suggestioni; ma vive anche per la continua riproposta del fattore tempo, che proietta lo spettatore talora nella mitologia dell'epoca dei "cangaceiros", tal altra nel ventennio appena trascorso, tal altra ancora in un futuro anticipatore, come nelle sequenze, straordinarie per il loro effetto di attualizzazione, nelle quali compaiono le insegne della Shell, le strade asfaltate con gli autocarri. Tutto questo riesce a legare in modo perfetto il mondo del simbolismo fantastico, dell'allegoria dei suoni e dei colori (che avrebbe potuto risultare anche fine a se stessa, decadente) a quello, molto più reale e quotidiano della polemica rivoluzionaria, dei problemi del Terzo Mondo che Rocha elenca in un modo clamorosamente esplicito.

Anche se il suo simbolismo estremamente marcato può sembrare a tratti datato, il cinema di Rocha continua un discorso di una coerenza e di una continuità esemplare sul filo di un linguaggio estremamente personale. Uno stile, come già si poteva osservare in TERRA EN TRANSE, che magnificamente si inserisce nella tradizione artistica di un Paese, che ne esprime la psicologia più intima , ma che mai si arresta al livello folcloristico. Al contrario, ne esprime le esigenze sociali, politiche e morali più drammaticamente attuali.

Analisi di una tradizione religiosa e psicologica, rivendicazione di una condizione sociale, ripensamento di alcuni aspetti del linguaggio e di una forma cinematografica (il western), somma di alcune delle forme più antiche dello spettacolo, ANTONIO DAS MORTES è sicuramente un esempio straordinario di come il cinema possa definirsi linguaggio totale per eccellenza.


   Il film in Internet (Google)

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