Il film sulla Resistenza, girato da Melville due anni or sono. Una delle sue opere meno convincenti, forse anche perché delle più ambiziose. A contatto con i grandi temi della Storia, obbligato a condurre un discorso farcito di grandi sentimenti (si veda la scena, assolutamente grottesca, con De Gaulle a Londra), l'autore sembra perdere quella delicatezza e quella sensibilità che ne fanno un poeta della solitudine dell'uomo.
Rimangono le tracce di un'arte soffocata: l'uso smorzato dei colori, sempre usati in chiave psicologica, l'impiego sapiente dei silenzi, i primi piani che isolano l'individuo. Ma è un linguaggio usato per condurre un discorso sbagliato.