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CLEOPATRA Film con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggio
  Stampa questa scheda Data della recensione: 5 gennaio 2014
 
di Joseph L. Mankiewicz, con Elizabeth Taylor, Richard Burton, Rex Harrison, Hume Cronyn, Martin Landau (Stati Uniti, 1963)
 
Splendida riedizione in blu-ray che, se non resuscita la mitica e probabilmente scomparsa per sempre versione di oltre cinque ore pensata da Joseph Mankiewicz, restituisce quella di 249 minuti voluta dal regista per la prima a New York del giugno 1963 e massacrata in seguito dai produttori.

Due dvd, che restituiscono in parte l'idea originale del regista: creare due film distinti sui due più celebri amori dell'affascinante sovrana d'Egitto (Elizabeth Taylor). Dapprima, quello con un maturo Giulio Cesare (Rex Harrison), pochi anni prima delle storiche pugnalate degli Idi di Marzo; quindi con l'impetuoso Marco Antonio (Richard Burton) che verrà accusato di tradimento e sconfitto da Ottaviano nella battaglia navale di Anzio.

CLEOPATRA è uno dei film più enormi della storia del cinema, e uno dei suoi più eclatanti equivoci. A torto, la sua celebrità derivò dal suo gigantismo, i 26000 (favolosi) costumi, un budget di 40 milioni di dollari (contro i 6 previsti) impensabile per allora, che arrischiò di affondare la Twentieh Century Fox. La follia di tre anni di riprese, iniziate sotto la pioggia di Londra (sic) per una vicenda che come sappiamo si svolge fra i pini di Roma e le palme di Alessandra d'Egitto... Immense scenografie smontate e ricostruite dapprima a Roma e quindi in Spagna, Elizabeth Taylor con il suo milione di dollari d'ingaggio, il produttore Wanger licenziato, Skouras rimpiazzato da Zanuck alla testa della Fox, Peter Finch e Stephen Boyd che rifiutano di continuare, sostituiti da Rex Harrison e Richard Burton. Con, dulcis in fundo lo scandalo planetario provocato dal leggendario idillio e doppio divorzio fra Burton e la Taylor (che in compenso conferisce alle loro scene d'amore un particolare realismo...).

In effetti, il film che Joseph L. Mankiewicz riprese da Robert Mamoulian è un'opera libera e creativa, un film d'autore, moderno da rivedere, una delle più intelligenti super produzioni storiche di tutti i tempi. Certo, sono le sue scenografie ad essere grandiose, i costumi d'epoca documentatissimi, quello di oro puro della Liz Taylor che entra in Roma su una enorme sfinge circondata da elefanti fra le icone della settima arte.

Ma scene kolossal e battaglie non sconfinano mai in pretesti banalmente sensazionali: servono a incorniciare una riflessione seria e pure commossa sul potere, la passione e la politica. I dialoghi penetranti, la logica della costruzione drammatica, la gravità dei significati che traspare dietro la curiosità del celebre aneddoto conducono a una sorprendente analisi psicologica. Elizabeth Taylor, affascinante e inaspettatamente ispirata Cleopatra, il tormentato, coinvolgente Richard Burton, un Rex Harrison letteralmente sovrano concentrano su di loro l'energia che permette di trasformare tutto il kitsch che minaccia dietro l'angolo in un delicato intimismo.


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