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di Alfred Hitchcock, con Anthony Perkins, Vera Miles, Janet Leigh, John Gavin, Martin Balsam
(Stati Uniti, 1960)
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Uno dei grandi film della maturità (1960) e uno dei più "terrificanti". Ma quello che interessa oggi, a vent'anni di distanza, è verificare come tutto l'interesse, l'arte del film, stia non tanto nei celebri passaggi paurosi (la doccia, la casa stregata, ecc. ), ma nel lungo prologo, durante il quale non succede, apparentemente, nulla di speciale. E che invece costituisce una straordinaria, perfetta enunciazione, una "messa in situazione" che rimarrà indimenticabile. Hitchcock stesso l'ha descritta come meglio non si potrebbe: "Sapete bene che al pubblico piace dire, ah io sapevo benissimo come andava a finire la storia... Ecco quindi che bisogna non soltanto tener conto di ciò, ma dirigere completamente i pensieri degli spettatori. Più noi davamo dei dettagli sul viaggio della ragazza, più voi eravate occupati da questa sua fuga. Per questo mi sono dilungato, ad esempio, sugli occhiali neri del poliziotto, o sulla sostituzione dell'automobile. Quando più tardi Anthony Perkins e Janet Leigh discutono nel motel, il pubblico pensa che la ragazza abbia deciso di ritornare a Phoenix e di restituire i soldi. E che Perkins cerchi di farle cambiare idea. L'importante è che il pubblico si ritrovi a cento miglia da quello che poi succederà. Scommetto quello che volete, ma in un altro film avrebbero dato a Janet Leigh l'altro ruolo, quello della sorella che indaga. Poiché non si usa uccidere la star dopo un terzo del film... E, naturalmente, è proprio quello che io ha deciso di fare. Credo che mai, durante la mia carriera, sia riuscito a dirigere il pubblico come in Psycho".
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Il film in Internet (Google)
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Film dello stesso regista |
Per informazioni o commenti:
info@films*TOGLIEREQUESTO*elezione.ch
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capolavoro
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