Quindi formulette più che collaudate (documenti segretissimi scomparsi, minaccia di guerra mondiale, rincorsa al ladro, finale col conteggio alla rovescia, ecc.), psicologie approssimative (genitori che imburrano le pannocchie a colazione mentre i figlioli s'introducono con il loro home computer in quello del Pentagono...) e situazioni imparate a memoria. Detto questo, e forse proprio a causa di questo, il film del regista della Febbre del sabato sera (molta professionalità e non eccessiva personalità) non è privo di interesse. Proprio perché sarà visto soprattutto da una moltitudine di ragazzini fanatici di video-giochi la sua logica, seppur semplicistica, sarà afferrata da una platea attenta e vastissima. Aiutati da un savoir-faire notoriamente straordinario in questo genere d'imprese, l'efficacia dei cineasti americani è infatti indiscutibile: il ragazzino pasticcia sul suo computer personale, corregge le note della sua ragazza collegandosi all'elaboratore della scuola, poi riesce un po' per caso e un po' per abilità a ritrovare la parola d'ordine e a introdursi nel cervello elettronico del Pentagono. Il resto è prevedibile: credendo di giocare per scherzo, sceglie il ruolo dei russi in una guerra termonucleare totale, e minaccia di portare il mondo intero ad una catastrofe finale. Ragazzate? Certo: ma non molto più infantilmente tragiche di quelle di un gruppetto di generali che, giocando allo spionaggio e al tiro al bersaglio, abbatte un Jumbo coreano coi suoi trecento passeggeri... Nella sua totale e ingenua ineluttabilità (ma guardate com'è semplice tornare all'estinzione dei dinosauri che crediamo di essere) e nella sua logica di prodotto di consumo destinato ai giovani dinosauri minacciati di sempre meno improbabile estinzione, Wargames ha quindi una sua ragione d'essere. Senza contare che iI ragazzino è simpatico, la sua ingegnosità abbastanza prevedibile e gli effetti video computerizzati rigorosamente brillanti.