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ULTRACORPI - L'INVASIONE CONTINUA
(BODY SNATCHERS)
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  Stampa questa scheda Data della recensione: 15 maggio 1993
 
di Abel Ferrara, con Gabrielle Anwar,Terry Kinney, Meg Tilly, Christine Elise, Forest Whitake (Stati Uniti, 1992)
 

Re-remake (già ci aveva pensato Philip Kaufman nel 78) del celebre THE INVASION OF THE BODY SNATCHERS di Don Siegel, tipico esempio di fantascienza di serie B girato nel 1956, altrettanto celebre metafora sulla guerra fredda, con i baccelli extraterrestri visti pericolosamente in ottica maccartista come segno del comunismo internazionale dilagante...

Altri tempi, altro stile. Anche se il tema autentico è sempre quello: la disgregazione, la disumanizzazione della nostra società. Attraverso una presa di possesso durante il sonno dell'apparenza esterna, l'involucro carnale, di noi poveri cristiani.

Specialista sopra le righe di thriller urbani, Abel Ferrara ambienta il tutto all'interno di un campo di allenamento per marine: il che gli permette di spaziare su alcune disgrazie contemporanee, come droga, AIDS ed il ritorno del nazi-fascismo. Ed osare (vista l'occasione offerta dal tema dell'abito che non fa il monaco, una volta sbarcati i nuovi mostri) la trasgressione delle trasgressioni: il sacrificio dell'innocenza, nei panni del fratellino (ma non è proprio lui, visto che è stato posseduto dai Body Snatchers...) che viene scaraventato senza esitazione dall'elicottero in fuga.

Una volta ancora, tutto si risolve in una faccenda di stile che non significa di classe: e che s'indovina fin dal generico, tale e quale ad un videogame, con le stelline del firmamento fatto in casa sparacchiate verso la sala. E che prosegue a colpi di teleobiettivo controluce, musiche pop, colori he sparano ed inquadrature a sghembo. Certo, tutto è possibile: purché il tutto non finisca per costituire la preoccupazione unica. Dimenticandosi della storia, i personaggi, le psicologie: che vuol poi dire della sceneggiatura, la direzione d'attori (mai visto Forest "Bird" Whitaker altrettanto nullo; e con la sola Meg Tilly, con gli occhi duri della madre ormai invasata, a reggere decentemente il proprio ruolo).

Non è tanto che Ferrara ne faccia troppo: non ne fa abbastanza. Lui che delirava in ben altro modo in KING A NEW YORK e BAD LIEUTENANT qui si limita a scimmiottare un'estetica alla Ray Ban.


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