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ULTRÀ Film con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggio
  Stampa questa scheda Data della recensione: 15 settembre 1991
 
di Ricky Tognazzi, con Claudio Amendola, Ricky Memphis (Italia, 1991)
I figli di Pasolini sono diventati i seguaci di Maradona.

Proprio quei più o meno mitici ragazzi che si definivano di vita: e che finalmente emigrano dalla borgata, anche se solo al seguito della Roma. Sono gli ultrà: a metà strada, più che tra il tifoso ed il mascalzone, tra il teppista ed il delinquente. Prima che ci scappi il morto è il ben noto istinto d'identificazione ad avere il suo daffare: trovar simpatici, vuoi bonacci, almeno antropologicamente interessanti, questi che pisciano dai finestrini del rapido di notte, mentre viaggiano a Torino per la partita con la Juve, che non vedranno mai perché troppo occupati a sbudellarsi fra di loro. Un po' come con i banditi del Far West ed i gangster più o meno piccoli del Bronx. O, appunto, coi mignottari pasoliniani.

Ma la violenza, come lo squallore o anche solo la scemenza, non è cosi facile da usare: a meno di crederci - poiché da indossare come in un martirio, da dipingere come in una fiaba kitsch, o da piangere come in un poema - come succedeva a qualcuno che sapeva far lievitare la sottocultura di ACCATTONE.

Non è che al figlio di Tognazzi manchi la mano: quel suo modo di lasciar scorrere la cinepresa sui disperati, di prender nota dei dialoghi beoti ma anche tragici, di abitare dentro gli ambienti più angusti lascia più che sperare. Purché pensi a Rossellini e non solo a Venditti: a condensarla, insomma, la sua miseria, più che a spalmarla.


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