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RAMBO 2 - LA VENDETTA
(RAMBO: FIRST BLOOD PART II)
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  Stampa questa scheda Data della recensione: 23 gennaio 1986
 
di George Pan Cosmatos, con Sylvester Stallone, Richard Crenna Charles Napier (Stati Uniti, 1985)
 
"Che Rambo sia un film modesto mi pare cosa ovvia: non sono sufficienti alcune riprese della giungla dall'elicottero, un seguito di esplosioni al napalm montate cut e un culturista dallo sguardo ebete ricoperto di crema abbronzante per accedere all'olimpo anche relativo del buon cinema di guerra.

Che Rambo sia un film reazionario (nel senso della celebre frase di Nixon: "potevamo vincere la guerra, ma i pacifisti convinsero il Congresso a limitarci i mezzi per liquidare il Vietnam"), misogino di passaggio (la ragazza subito mitragliata dalla sceneggiatura, per evitare il r ischio che il nostro Stallone se la riportasse negli USA ad impedirgli un Rambo 3) e tutto giocato sul piacere dell'azione guerriera, lo dice Silvestro stesso: "io sono la guerra...".

Più interessante risulta invece interrogarsi sull'enorme successo internazionale di Rambo. Perché qui gli argomenti si dilatano a volontà: e non sempre e necessariamente conducono ad un'esecuzione sommaria del bestione body-building. Il quale, poveraccio, ha soltanto il torto di appartenere a tutta una tradizione di eroe solitario e giustiziere del cinema americano che da sempre mitizziamo, quello degli Erroll Flynn e compagni: non per nulla osservate, l'hanno agghindato come un pellerossa. Non per nulla l'hanno armato d'arco e di frecce.

Eroe ma, come di dovere oggi, da fumetto: mezzo Tarzan, mezzo Mandrake, afferra il cobra che nella giungla gli sfila alle spalle ma mica lo disintegra. Lo prende per il collo, lo guarda negli occhi minaccioso e lo butta in un angolo...

E, soprattutto: solo e invulnerabile fa fuori un'intera armata vietnamita un battaglione russo, bazooka ed elicotteri senza parlare degli intrallazzatori di casa sua che cercano di fregarlo. In questa sua solitudine, in questa invulnerabilità sta forse la vera ragione del successo popolare di Rambo: nell'epoca della logica più spietata, quella che conduce alla catastrofe nucleare, l'assurda immortalità del bestione rappresenta la rivincita dell'individuo. La fede, proprio perché irrazionale come questo che afferra gli elicotteri per la coda, per l'uomo spoglio che (magari con un po' più di cervello del nostro Silvestro) riesca a sopravvivere alla logica ineluttabilmente suicida dei potenti."


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