3829 recensioni a vostra disposizione!
   

QUEI DUE
(STAIRCASE)
Film con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggio
  Stampa questa scheda Data della recensione: 9 settembre 1971
 
di Stanley Donen, con Rex Harrison, Richard Burton, Cathleen Nesbitt, Beatrix Lehmann (Stati Uniti, 1969)
 

Difficoltà di essere, di amare, di invecchiare. Un bel film, di un maestro della commedia musicale americana, che va ben oltre l'esibizione (peraltro straordinaria) di due grandi attori.


L'interesse della pellicola sta proprio nella constatazione che l'arte di Donen, sia nelle commedie musicali degli anni cinquanta, sia in questa commedia drammatica sulla vita in comune di due omosessuali, si costruisce sue due elementi costanti, pure nella diversità nel genere di spettacolo: la maestria nell'ambientazione e l'abilità nella direzione degli attori.


Se mi sembra inutile sottolineare la seconda, tanto evidente è la misurata bravura di Burton e di Harrison in due ruoli che così facilmente potevano ricadere nella volgare caricatura, (anche se non è sufficiente avere due grandi attori a disposizione: bisogna sapere dirigerli, cioè valorizzarli, controllarli, evidenziarli), non sarà mai abbastanza lodata l'arte di Donen nell'inserire la vicenda in un contesto perfetto. Erede in questo di una grande tradizione del cinema americano (basti pensare a registi come Hawks, Minnelli e Nicholas Ray, per i quali la ragione di essere della visione cinematografica risiede nel rapporto ambiente - personaggio), Donen trae dall'esattezza dell'ambiente la ragione del dramma.


La periferia londinese, la tipica strada-palcoscenico, la casa, la bottega, l'appartamento, la stanza: è una scala decrescente di volumi che serve al regista per entrare progressivamente nell'intimo dei personaggi, per disporli al centro di una società, di un modo di vita, dai quali essi sono respinti.


All'interno di questo mondo c'è l'inferno della gita quotidiana, la madre, i dettagli di crudo realismo come i continui accenni al cibo, alla cucina, alle necessità di sopravvivenza intesi come elementi di degradazione, di decomposizione fisica e morale. All'esterno, l'estraneità ad un mondo al quale i personaggi non appartengono, cosi ben evidenziato nelle sequenze della gita nel parco, con il loro sfondo policromo di corpi denudati ad atletici. Grazie all'importanza determinate della scenografia la farsa si fa subito dramma. Tragedia dell'impossibilità di esistere, dall'autodistruzione feroce di due esseri.


   Il film in Internet (Google)

Per informazioni o commenti: info@films*TOGLIEREQUESTO*elezione.ch

Elenco in ordine


Ricerca






capolavoro


da vedere assolutamente


da vedere


da vedere eventualmente


da evitare

© Copyright Fabio Fumagalli 2024 
P NON DEFINITO  Modifica la scheda