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di Franco Brusati, con Nino Manfredi, Paolo Turco, Anna Karina, Ugo D'Alessio
(Italia, 1973)
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Nino Manfredi è l'emigrante in Svizzera, cameriere dapprima; e poi sempre più giù nella scala umiliante di una certa gerarchia che conosciamo. Consapevole osservatore di un realtà segregazionista, ma anche delle ragioni e dei limiti di questa situazione. Una posizione, quella del regista, che si vuole lucida ed equidistante, quindi. Ma che finisce con apparire ambigua e comoda per il contesto commerciale nel quale il film scivola nei suoi momenti più deboli. Brusati, in poche parole, scusa tutti: ma viene il dubbio che ciò tornasse comodo ai fini dello sfruttamento della comicità di Manfredi. Questa, nelle parti ispirate nel film, è assai ben indirizzata. Ed è chiaro che l'autore ha scelto la via intelligente e difficile della comicità alla Chaplin, quella che dietro al riso rivela il dramma dell'individuo e di una situazione. Una strada difficile, che esige un rigore estremo, di tono, di stile, di idee che il film possiede solo a tratti. E gli errori, le cadute, arrischiano di soffocare anche quei momenti di giustezza satirica, di efficacia critica che indubbiamente esistono.
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Il film in Internet (Google)
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Film dello stesso regista |
Per informazioni o commenti:
info@films*TOGLIEREQUESTO*elezione.ch
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capolavoro
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da evitare
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