I tre soliti ignoti, ai quali va buca tutta una serie di piccole rapine: a cominciare da quella di una gioielleria che, per sbaglio, finisce nella pasticceria accanto. Con i tre balordi (ma pure, loro malgrado, disoccupati) a rimpinzarsi di pasticcini.Nulla di più risaputo. Ma questo regista esordiente sa porre uno sguardo divertito, sensibile ed attento alla realtà che circonda i nostri simpatici quanto sfortunati eroi: ed il pregio del film sta proprio nel fatto di essere a metà strada tra la cronaca e la satira, tra la simpatia e la derisione.
Se il grottesco delle situazioni e la delicatezza della pittura dei personaggi sembra fondere le atmosfere della commedia all'italiana con quelle del realismo americano è forse dovuto al fatto che il film adatta liberamente tre novelle di Italo Calvino. E che il commento musicale riecheggia i toni che hanno reso celebre Nino Rota.
Il tono del film è quasi allentato, contemplativo: il che permette a tre attori come William Forsythe, Vincent Gallo e Adam Trese di abbandonarsi al piacere del proprio formidabile mestiere.
Ma il coraggio di quest'opera prima è tutta di Alan Taylor: che sa dipingerci un'America piccolo borghese, cosi diversa da quella trionfalistica alla quale ci ha abituato Hollywood.