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PAPILLON
(PAPILLON)
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  Stampa questa scheda Data della recensione: 1 marzo 1974
 
di Franklin J. Schaffner, con Steve McQueen, Dustin Hoffman, Victor Jory, Dalton Trumbo (Stati Uniti, 1973)
 

Tegole come il romanzo di Charrière è meglio lasciarle perdere se si vuol fare del cinema rigoroso. Schaffner che non è l'ultimo grullo in circolazione (ci si ricorda ancora perfettamente del suo PATTON, nel quale George C. Scott scavava meravigliosamente la personalità del celebre conduttore di carri armati) si è molto saggiamente alleato ad uno dei grandi sceneggiatori del cinema americano, Dalton Trumbo. Il quale, altrettanto saggiamente, ha spolpato di molto le mirabolanti avventure, in teoria effettivamente vissute dal celebre Papillon. Ha condensato gli episodi per mettere in risalto soprattutto la cosa più bella della faccenda, che è la straordinaria, insopprimibile sete di libertà dell'individuo; e ha creato il personaggio di Dustin Hoffman per schematizzare meglio il significato di protagonista; per contrastarlo alla psicologia dell'amico che, alla fine, si adagia a piantare i pomodori ed a costruirsi la veranda sul mare.


Sono proprio gli interpreti, però, a tradire Schaffner e Trumbo: Steve McQueen porta a spasso per i Tropici la sua mole diventata non indifferente con altrettanta suprema indifferenza: potrebbe essere fuorilegge a Culver City o poliziotto a Chicago che la sua grinta sarebbe esattamente la stessa. In quanto a Dustin Hoffman, pur avendo avuto spesso la fortuna di essere diretto da grandi registi, è sicuramente una delle più colossali montagne di trucchetti recitativi del cinema mondiale: ripetendo all'infinito le quattro mossette che tanto successo ebbero nell'UOMO DA MARCIAPIEDE ripropone anche qui un personaggio altrettanto improbabile di molte delle avventure che capitano nel nostro romanzo.


Schaffner completa poi la frittata: accanto ad alcune sequenze indovinate (i forzati che sfilano per le strade della cittadina al loro arrivo, fra la crudele curiosità dei borghesi; le prime immagini della sensuale violenza dei tropici che appaiono agli occhi dei poveretti) ve ne sono altre in puro stile Club Mediterranée. Coltellacci, scarabei, coccodrilli e tramonti completano convenientemente l'opera, nella classica estetica del film d'avventura anni Cinquanta.


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