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OCCHI NELLE TENEBRE
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  Stampa questa scheda Data della recensione: 27 aprile 1995
 
di Michael Apted, con Madeleine Stowe, Aidan Quinn (Stati Uniti, 1994)
 
"Audrey Hepburn ne GLI OCCHI DELLA NOTTE, Mia Farrow in TERRORE CIECO, Uma Thurman nel recente JENNIFER 8 (GLI OCCHI DEL DELITTO) furono tutte protagoniste di una situazione che il cinema ha sfruttato ampiamente: quella di una protagonista cieca che deve affrontare l'assassino. Situazione tipica del suspense: lo spettatore è a conoscenza (in questo caso vede) di una minaccia che il protagonista ignora.

La bella e brava Madeleine Stowe si ritrova con un "atout" (si fa per dire) in più: cieca dalla nascita ma reduce da un trapianto della cornea, percepisce la visione in modo ritardato. Il cervello, cioè, registra e trasmette in differita le immagini che ha registrato un certo tempo prima. Situazione che non so dirvi quanto scientificamente valida, ma di certo cinematograficamente stimolante. C'è solo da immaginare quale impiego registico avrebbe utilizzato un Hitchcock per sfruttare drammaturgicamente quel lasso di tempo: arrivare, percepire in ritardo può essere infatti uno svantaggio, ma può anche permettere sotterfugi, intuizioni, soluzioni del tutto inaspettate.

Nulla di tutto ciò in questo occhi nelle tenebre, la cui debolezza risiede proprio nella sceneggiatura: fluida nel costruire gli schemi piuttosto prevedibili, nulla nell'introdurre nella meccanica quanto d'inventivo ci si poteva aspettare. Michael Apted (GORILLA NELLA NEBBIA, fino a NELL, ancora sui nostri schermi) è uno che sa il fatto suo: ma qui si basa pigramente sulla bella fotografia di Chicago e degli interni firmata da Dante Spinotti, qualche incontro amoroso filmato meglio del solito, e varie visioni deformate di quella che dovrebbe rappresentare l'allucinazione retroattiva della protagonista sulla base dell'ormai onnipresente tecnologia numerica.

Meglio i due protagonisti: il viso intenso e l'energia d Madeleine Stowe dovrebbero essere meglio sfruttati dal cinema americano di questi tempi. Con Aidan Quinn nei panni dell'investigatore in definitiva un po' ciolla, fa quella che si definisce proprio una bella coppia."


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