Autore di un BAD INFLUENCE che avevamo definito "utile e dilettevole" (1990), e di due opere più furbescamente surgelate ( LA MANO SULLA CULLA e IL FIUME DELLA PAURA), Curtis Hanson questa volta fa più sul serio: e adatta uno dei romanzi densi di uno dei principi del "noir" contemporaneo, James Ellroy. Più sul serio: perchè se il soggetto non è particolarmente inedito nel genere (la lotta, più che nei confronti della malavita, fra le forze pulite e quelle corrotte all'interno della polizia) la sceneggiatura deve organizzare una trama abbastanza complessa, con una varietà di personaggi. Cosa che compie egregiamente. In una L.A. d'epoca (anni 50) il film si organizza con forza e mestiere, seppure senza sorprese eccessive: la regia più che funzionale di Hanson dirige gente dall'esperienza e della "maschera " di Kevin Spacey, Danny de Vito, Kim Basinger (sontuosa), e due australiani, Russell Crowe e Guy Pearce visti , rispettivamente, in PROOF e PRISCILLA. Come bonus, la ricostruzione d'epoca, grazie alla foto di Dante Spinotti.