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LA BANDA BAADER MEINHOF
(DER BAADER MEINHOF KOMPLEX)
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  Stampa questa scheda Data della recensione: 28 febbraio 2009
 
di Uli Edel, con Martine Gedeck, Moritz Bleibtreu, Alexandra Maria Lara, Bruno Ganz (Germania, 2008)
 
Trent'anni dopo, la Germania ritorna sui suoi anni di piombo, sulla Rote Armee Fraktion, meglio conosciuta come la Banda Baader Meinhof del titolo, il gruppo d'estrema sinistra che nel decennio seguente il '68 terrorizzò il paese del miracolo economico in nome della lotta all'imperialismo nel mondo.

Una riflessione sugli anni del terrorismo, su una precarietà della stessa dovuta a un (sempre più relativo) insufficiente distacco nel tempo rispetto a fatti e sentimenti in parte ancora irrisolti? Ben venga la voglia di non più tergiversare, se non venisse dopo tutta una serie di tentativi poco concludenti, a parte quello personale ma ravvicinato nel tempo del Fassbinder di GERMANIA IN AUTUNNO, o all'intimo ANNI DI PIOMBO di Margarethe von Trotta. Se non fosse firmata da un regista del quale conosciamo i limiti sensazionalistici già da NOI I RAGAZZI DELLO ZOO DI BERLINO e ULTIMA FERMATA BROOKLIN degli anni ottanta. O, ancora, dall'onnipotente produttore e sceneggiatore Bern Eichinger; qualcuno che già sosteneva che a spiegare l'Hitler di LA CADUTA bastasse un'enumerazione cronachistica più accurata possibile.   

Così, la lunga (come un film di due ore e mezza) parabola di Andreas Baader, della sua compagna e figlia di pastore Gudrun Ensslin, della mente pensante Ulrike Meinhof, dal traumatismo dell'attentato al giovane politico Rudi Dutschke, alla fine per suicidio nel carcere di alta sorveglianza di Stammheim, finisce per essere irrisolta per non dire inspiegata. Un seguito di fatti, pignolo fino al numero dei bossoli ritrovati sui luoghi degli attentati, rievocati in una cronologia sicuramente documentata, ma mai che tenti l'indagine politica, psicologica, sociale; mai il rischio di un giudizio, magari anche avventato, sulle ragioni. Con l'aggravante di avare a disposizione il meglio degli attori tedeschi, a cominciare dalla più brava, la Martina Gedeck di LA VITA DEGLI ALTRI, fino al sempre acuto ed originale Bruno Ganz nei panni del responsabile dell'antiterrorismo.


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