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GAS, FOOD, LODGING Film con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggio
  Stampa questa scheda Data della recensione: 12 settembre 1993
 
di Allison Anders, con Brooke Adams, Ione Skye, Fairuza Balk (Stati Uniti, 1991)
"Levatrice, cameriera, scrittrice, assistente regista di Wim Wenders in PARIS, TEXAS, Allison Anders era quest'anno in giuria a Locarno; ed il suo secondo film, MI VIDA LOCA, proiettato in Piazza. Questo GAS, FOOD, LODGING è la sua opera prima: un piccolo miracolo di grazia, umorismo e giustezza.

Cinema di donne: una ragazza madre, cameriera nel solito bar per camionisti, con due figlie in procinto di diventarlo (cameriere, ed eventualmente ragazze madri). Ed assenza degli uomini: padri, amanti, amici . Che in questo genere di cose una buona figura non arrischiano certamente di farcela. Spazi assolati del Nuovo-Messico: e la costrizione domestica di una mobil-home, allineata assieme a tante altre.

L'uomo in assenza rappresenta l'illusione (presto fugata) di potere evadere. Dove, non è molto chiaro: al massimo a Dallas, e non è detto che là si stia poi tanto meglio. A crederci ancora è la più piccola, Shade: è lei, soprattutto, a pensare che un amante per la madre e la sorella basterebbero a quietare il casino casalingo. Ma Trudi, la maggiore sexy ed ormai involgarita, racconta che non ha mai potuto difendersi; e che ora è lei a provocare ed aggredire, senza curarsi del piacere. Ed in quanto a Nora, la mamma che lavora alla caffetteria, ha già il suo bel daffare nel mantenere vagamente in rotta la navicella della famiglia simpaticamente disastrata.

Cronaca spicciola, insomma. Ma che, come capita talvolta, uno sguardo attento ed ispirato riesce a volgere in un Eldorado di sensazioni. Allison Anders dirige le sue tre donne con un'intimità che traspare: splendide presenze (professioniste, ma con la facilità dei personaggi presi dalla vita: Fairuza Balk, la più piccola, già perfetta nel VALMONT di Milos Forman), che la regista sa inserire perfettamente in un ambiente sempre presente, e terribilmente significativo. Ogni avvenimento, anche il più banale, ogni personaggio, anche il più provvisorio, ha una sua storia, una sua precisa rifinitura: che lo fa vivere - e con lui il film - di una sua, preziosa autonomia.

Un po' "moda" nei suoi momenti più pittoreschi (il ballo della messicana sorda, le pietre che si colorano nella notte del deserto), GAS, FOOD, LODGING lievita così in quella grazia inimitabile dei primi film impregnati d'autobiografia.

Tutto sta nel saperla conservare, una volta entrati a far parte del sistema: che il secondo film rappresenti il passo più difficile per un regista è tutto da verificare nell'efficace, ma assai più sistematico MI VIDA LOCA."


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