Ma FACE è pure, e qui per sua sfortuna un giallo. Le regole del quale sembrano piuttosto estranee al temperamento di una regista pur dotata (montaggio, inquadrature, fotografia) come Antonia Bird. La progressione drammatica di una faccenda di rapina andata buca - con l'abituale resa di conti fra i delinquenti più o meno balordi che l'hanno progettata - si fa inevitabilmente prevedibile, ripetitiva e più che improbabile. Quasi per mascherare i buchi di una sceneggiatura lacunosa, la Bird inserisce allora con puntualità esasperante una serie di ritmi rockeggianti, destinati a vivacizzare l'azione. Ma la pittura sociale, l'intimismo ed una delicata storia d'amore poco hanno a che fare con in balletto impacciato di sparatorie ed inseguimenti vari: bisognava saper scegliere.