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DADDY NOSTALGIE Film con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggio
  Stampa questa scheda Data della recensione: 16 maggio 1990
 
di Bertrand Tavernier, con Dirk Bogarde, Jane Birkin, Odette Laure (Francia, 1990)
 
tavarnier betrand

"DADDY NOSTALGIE descrive la ricerca di quei piccoli dettagli che ci legano alla esistenza. Un valzer triste e malinconico nel quale la finzione e la realtà - la felicità di girare, la morte di mio padre - si sono sovrapposti poco a poco, creando un seguito di momenti nei quali la vita assomiglia veramente alla vita".

Il film di Tavernier, scritto con Colo O' Hagan, sua ex-moglie che già aveva collaborato con lui per UNA DOMENICA IN CAMPAGNA, proprio mentre moriva suo padre, scrittore e poeta è la trascrizione in immagini delle sue parole.

Le piccole cose che vengono a sovrapporsi in questo film che vale assai di più del suo titolo stolto, sono poi quelle del celebre motivo, cosi spesso ripreso dai cantanti e musicisti jazz, "These Foolish Things" (sul quale duettano nel film Jane Birkin, ed il bravo pianista jazz Jimmy Rowles):

"A cigarette that bears a lipstick's traces

An airline ticket to romantic places

Oh how the ghost of you clings

These foolish things

Remind me of you..."

Raccontando un momento, più che un avvenimento di vita (Dirk Bogarde è il padre malato, in dolce e rassegnata convalescenza nella sua casa sulla Riviera francese, cha la figlia Jane Birkin viene a trovare per una visita che ben presto comprenderemo sarà l'ultima) Tavernier lascia vivere, più che costringere i propri attori. Con ognuno il proprio bagaglio di vita vissuta, con tutto lo spazio necessario per abbandonarsi a queste memorie. Concesso da un film nel quale il tempo non sembra contare, gli attori restituiscono allora tutto quanto si è depositato, nel tempo, dentro di loro. Birkin non è mai stata migliore, lontana dai scimmiottamenti bambineschi di ex-ninfetta antonioniana. E Dirk Bogarde, assente dallo schermo da dodici anni (il 78 di DESPAIR, di Fassbinder, appena un anno dopo il capolavoro di Resnais, PROVIDENCE) è semplicemente grandioso. Ogni replica, preceduta da qualche istante di riflessione, dalla mimica del viso che sembra già accennare, quasi impercettibilmente, al significato delle parole che seguiranno, sembra scavare piccoli abissi nel passato. Il suo, come il nostro.

Attorno a questa sua nuova MORTE A VENEZIA, Tavernier costruisce la sua piccola musica dalla quale avrebbe potuto sfumare qualche svolazzo decorativo di troppo (ma non quanti erano presenti nel film che più assomiglia a questo, UNA DOMENICA IN CAMPAGNA), e qualche vezzo letterario (l'inutile commento off iniziale e finale). Ma la sua piccola musica, accorata e felice, rimarrà probabilmente la cosa più ispirata che abbia mai girato questo regista, intelligente e sensibile. Forse fin troppo, per accedere alle contraddizioni alienate del genio.


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