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DA QUANDO OTAR E' PARTITO
(DEPUIS QU'OTAR EST PARTI)
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  Stampa questa scheda Data della recensione: 15 febbraio 2004
 
di Julie Bertuccelli, con Esther Gorintin, Dinara Droukarova, Nino Khomassouridze (Francia, 2003)
 
Del figlio prediletto non giunge più la voce: Otar è morto in un cantiere edile a Parigi. A Tbilisi, in Georgia, la sorella e la nipote non riescono ad annunciarlo alla madre; ed inventano le lettere nelle quali Otar racconta di una vita finalmente realizzata, fuori da ogni clandestinità. Opera prima di una documentarista (e si vede: l'osservazione dell'ambiente è una meraviglia) che è stata assistente del grande cineasta di laggiù, Otar Iosseliani, DA QUANDO OTAR E' PARTITO è un film sulla menzogna. Sulla menzogna a fin di bene. Menzogna come invenzione; di un mondo a misura personale, di una dimensione che permetta di sopravvivere, perlomeno nella fantasia, in un universo accettabile dei propri desideri. Invenzione, ma comunque menzogna: che erode progressivamente, modificandolo, l'equilibrio tranquillo (anche se ai limiti di una commovente, latente indigenza) dell'esistenza quotidiana di tre donne: della placida serenità della vecchia nonna Eka (straordinaria Esther Gorintin), dell'inquietudine scostante di sua figlia Marina, della fragile determinazione della nipote ventenne Ada.

Tre donne, un appartamento in una città che intravediamo continuamente nello sfondo; e che vive nelle contraddizioni di un post-stanilismo vissuto anche con salutare umorismo. Uno spazio: che tende a svuotarsi dei propri contenuti materiali (da ultimo, la preziosa collezione di libri classici, patrimonio ereditario di quella famiglia francofona) oltre che della propria ragione di essere spirituale. Della propria vocazione a rifugio di affetti, cultura, sensibilità artistica; e dell'arte di sopravvivere.

In quello spazio (e, successivamente, in quello cosi ferocemente diverso di una Parigi vissuta in una conclusione ai limiti del surreale) Julie Bertuccelli organizza i suoi tempi deliziosamente stirati, la sua osservazione psicologica e sociale sempre vigile, i suoi toni sfumati ma costantemente incisivi. Un esordio, il suo, che rimane nella memoria.


   Il film in Internet (Google)

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