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A PRAGA
(PRAGUE)
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  Stampa questa scheda Data della recensione: 6 ottobre 1992
 
di Ian Sellar, con Alan Cumming, Sandrine Bonnaire, Bruno Ganz (Gran Bretagna, 1992)
Faccenda un po' contorta di un giovane scozzese a Praga, alla ricerca di alcuni spezzoni cinematografici: quelli girati dalle attualità ceche nel 1942, rappresentanti la famiglia del giovane, arrestata nel fiume per essere condotta ai campi di sterminio. Contorta, più che assurda: girata nei vicoli sempre più fotogenici della città del Castello, questa coproduzione franco-scozzese deve infatti più a cromosomi tutti suoi che non all'eredità del mitico passe-partout kafkiano.

Diventa sempre più difficile, anche per un cineasta colto e raffinato come indoviniamo essere Sellar, fondere in un tutto coerente, o addirittura poetico materiale tanto disparato: una lingua (doppiata) in italiano che deve coniugarsi con quella locale, una fotografia dorata da medaglione che non perdona una sola delle suggestioni estetiche del luogo, un'attrice che fa di tutto per convincerci di non essere soltanto la geniale presenza dei film di Pialat, un attore che non fa proprio nulla per farci dimenticare il passato wenders-herzog-tanneriano. Il grottesco sentimentale al quale aspirava l'autore devia allora pericolosamente in quell'eleganza un po' fatua con i cagnolini alla Lelouch: non è il bello della diretta - come dicono i teleasti quando non sanno che dire - ma il brutto della coproduzione. L'Europa dell'estetica cinematografica è ancora più lontana di Maastricht.


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