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di James Mangold, con Sylvester Stallone, Robert de Niro, Ray Liotta, Harvey Keitel
(Stati Uniti, 1997)
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Malgrado il suo titolo, COP LAND (sbirro - landa) assomiglia più ad un western che ad un poliziesco. La costruzione, i riferimenti (lo sceriffo inizialmente succube e complice della depravazione generale che, infine disgustato e redento, imbraccia solitario il fucile per farsi giustizia da sé) sono infatti ricalcati su quelli d'innumerevoli esempi del genere, a cominciare dal mitico MY DARLING CLEMENTINE di Ford. Idea come un'altra. Come quella dei cattivi poliziotti del film: radunare in un'unica cittadina nella periferia della metropoli tutti i colleghi corrotti in circolazione, per farsi i propri porci comodi. O come quella di proporre nel ruolo dello sceriffo una star-simbolo come quella di Stallone ingrassato di venti chili, ed ulteriormente appesantito da uno sguardo spento ed esausto; che ripropone cosi, ed utilmente, certe figure dalla palpebra cadente alla Robert Mitchum o Victure Mature dal mito decadente e commovente. Ma se le intenzioni a monte degli autori della pellicola sono encomiabili, non altrettanto si può dire di quelle dei produttori. Che senso ha raggruppare un cast del genere, se non quello di assicurarsi le vette del box-office? Cosi, se l'operazione Rambo a contro-impiego risulta in definitiva la più riuscita, se non proprio la più imprevedibile del film, non altrettanto si può dire del resto: de Niro s'aggrappa al proprio straordinario mestiere, ma recita per sé. Ed Harvey Keitel è risultato raramente altrettanto anonimo.
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Il film in Internet (Google)
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Per informazioni o commenti:
info@films*TOGLIEREQUESTO*elezione.ch
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capolavoro
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