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LOVELESS - FAUTE D'AMOUR
(NELYBOV)
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  Stampa questa scheda Data della recensione: 8 dicembre 2017
 
AndreI Zvyagintsev, con Maryana Spivak, Matvey Novikov, Andris Keishs (Russia, 2017)
 

 

Il film solido come una roccia, significativo come il proprio monito, commovente e implacabile che ha aperto il Concorso dell'ultimo Festival di Cannes.

Andrei Zvyagintsev, autore dello splendido Il ritorno nel 2003, già raccontava di un padre, assente da dieci anni, che ricompariva per condurre i figlioli in un viaggio realistico e astratto verso il lago Ladoga. Itinerario misterioso, lirico, malinconico, immerso nella natura, nella fatica del diventare ineluttabilmente adulti. Tutti temi che l’autore riprende in questo Loveless, ma volgendoli ora mirabilmente in un contesto urbano di straordinaria, universale urgenza.

Genia e Boris si odiano. Si tradiscono a vicenda e vorrebbero lasciarsi, avendo risolto dapprima alcuni problemi. Come disfarsi dall’appartamento; e soprattutto di Aliocha, il delicato figliolo dodicenne, che nessuno avrebbe mai voluto fra i piedi. Di Aliocha non vedremo più che le poche lacrime furtive fra una furibonda aggressione a l’altra dei genitori. All’indomani, i due non si accorgeranno nemmeno della sua scomparsa.

Prima di quella scoperta sconciamente tardiva, Zvyagintsev si prende tutto il tempo necessario per mostrarci la banalità dell’indifferenza; e di quanto essa faccia parte di un rituale al quale tutti noi fatichiamo a sfuggire. Magnificamente calibrato negli ambienti, il quotidiano (professionale, sessuale) degli ancora inconsapevoli, indegni genitori viene descritto con una cura tutta dovuta allo sguardo del cineasta.

Nei tempi così prolungati, gli spazi accuratamente indagati di quell’ipocrita "normalità" di comportamento, allo spettatore quasi viene imposto l’interrogativo. Precipitandolo nel dramma vieppiù coinvolgente: degli interrogativi, delle inchieste, infine delle ricerche e delle scoperte. Di una presa di coscienza, che da paradossale e privata che potesse apparire si fa collettiva. Di una mostruosa noncuranza che dall’infernale triangolo privato iniziale si è ormai allargata all’eco delle tragedie pubbliche che giungono dalle guerre in Ucraina.


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