LA SIGNORA DEI BLUES (LADY SINGS THE BLUES) |
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di Sidney J. Furie, con Diana Ross, Billy Dee Williams, Richard Pryor, James Callahan
(Stati Uniti, 1972)
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Billie Holiday, la più grande cantante che il jazz abbia mai avuto ed una delle esecutrici musicali più marcanti che il nostro secolo abbia avuto, per la drammatica aderenza della sua arte al momento storico al quale ha appartenuto meritava senza dubbio qualcosa di più dell'omaggio che le dedica il signor Furie. I precedenti del quale, è vero, non promettevano nulla di particolarmente eccitante. Qui, Furie si diletta in quadretti di vita dal conformismo assicurato:dalle idee in sceneggiatura a quelle in fase di realizzazione siamo nell'estetica da rotocalco dopolavoristico. La grande "Lady Day", lo abbiamo detto, ha rappresentato un richiamo fra i più angoscianti del nostro tempo: nella sua voce (per restare al cinema basta ricordarsi l'eco profondo che Losey ha tratto dall'arte della Holiday per musicare il suo EVA) ci sono i motivi per ispirare mille capolavori. Furie ci ritrova solo il pretesto per rifilarci un Ku Klux Klan da carnevale e delle immagini sulla droga da scuola elementare. Diana Ross è una buona cantante di jazz, ottimamente accompagnata (la cosa migliore del film) ed il timbro della sua voce ricorda un poco quello della grande Billie. Quattro stelle, allora, per il ricordo a Lady Day, due per la musica come l'hanno rifatta, zero per il film.
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Il film in Internet (Google)
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Per informazioni o commenti:
info@films*TOGLIEREQUESTO*elezione.ch
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capolavoro
da vedere assolutamente
da vedere
da vedere eventualmente
da evitare
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