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di Danièle Thompson, con Karin Viard, Dany Boon, Patrick Bruel, Marina Fois, Emmanuelle Seigner, Patrick Chesnais, Marina Hands, Pierre Arditi
(Francia, 2009)
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Figlia del popolare regista Gérard Oury, Danièle Thompson è nata come sceneggiatrice, e si vede. L'ambiziosa complessità delle sue costruzioni corali, la corrosione acuta e divertente dei dialoghi, il ventaglio piuttosto straordinario di attori a disposizione, la loro direzione che sottintende un'evidente complicità conferisce alle sue opere un'innegabile qualità. Eccolo il cinema popolare tanto invocato, capace di fare dell'evasione intelligente e di gusto toccando temi come famiglia, sentimenti, scambi sociali e capricci sessuali che non guastano mai. Assieme alle rispettive consorti, l'avvocato charmeur e cinico, il grande medico, l'arredatore di successo, gli abituali cinematografari in stallo professionale compongono una sociologia alto-borghese fatta di schermaglie che nascono da frustrazioni prioritariamente amorose; senza disdegnare dall'affrontare corde meno gratificanti come la malattia e la morte. Un impasto che riesce alla regista talvolta con abilità e diletto, come nel precedente FAUTEUILS D'ORCHESTRE. Quando il gioco, non diciamo il calcolo, si fa però un po' tanto evidente, il risultato continua a non risultare sgradevole, a conferma di un mestiere di qualità: ma con il rischio di lasciare in bocca un gusto di forzatura e vanità. Non tanto perché il punto di partenza è quello non proprio inedito della cena tra amici e complici che finisce per assumere una brutta piega. Ma poiché la (troppo?) numerosa schiera dei convitati è in definitiva poco indagata. Come tante pedine di un gioco che si fa progressivamente meno credibile e coinvolgente.
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Il film in Internet (Google)
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Per informazioni o commenti:
info@films*TOGLIEREQUESTO*elezione.ch
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capolavoro
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da vedere eventualmente
da evitare
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