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QUESTA NOTTE O MAI
(HEUTE NACHT ODER NIE)
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  Stampa questa scheda Data della recensione: 17 maggio 1974
 
di Daniel Schmid, con Peter Chatel, Harry Bär, Voli Geiler, Anna Fadda, Peter Hartmann, Ingrid Caven (Svizzera, 1972)
 

Il cinema svizzero non finisce di sorprendere. Finora era conosciuto per la satira acuta, ma anche delicata, non intellettualistica e declamatoria dei cineasti romandi. Ed ecco ora questo grigionese poco più che ventenne, figlio di albergatori, che appunto nell'albergo di famiglia, in sedici millimetri, esordisce nel cinema con un racconto fantastico che rispolvera di colpo certe atmosfere che sembravano essere proprietà esclusiva di gente come Bergman o Visconti.


La notte del film è quella di una vecchia tradizione germanica, durante la quale, una volta all'anno del calar della notte fino a mezzanotte, i rapporti formali fra i servi e padroni si rovesciano, e sono questi a servire i primi, ad organizzare dei festeggiamenti in onore delle cameriere e dei cuochi. Per molti aspetti il risultato è straordinario, anche se difficile da raccontare perché espresso in funzione della forma dell'opera. Rallentando il ritmo dei movimenti degli attori, scavando nelle loro maschere alla maniera dei primi film dell'espressionismo tedesco, curando in modo maniacale la composizione di ogni immagine, Schmid ci mostra una società ormai giunta oltre la decadenza. Di fronte alla schiera dei servitori, immobile o insensibile, essa presenta i propri resti, allucinanti nella loro decadente bellezza.


Opere come queste esaltano o disturbano. Schmid filma la decadenza in modo decadente: ed è difficile giudicare da questa opera prima come potrà in seguito sviluppare i suoi temi. E' chiaro che le allegorie esasperatamente espresse come queste possono facilmente scivolare nel compiacimento simbolico, nel divertimento necrofilo e decorativo. Ma per l'istante non si può non restare ammirati di fronte alla sapienza formale del film, ma anche all'aggancio ideologico, polemico addirittura con la quale questa forma si lega, giustificandosi appieno. Ed è abbandonandosi appieno a questa ammirazione che soltanto, si può gustareHEUTE NACHT ODER NIE: l'uso tagliente delle luci che sferza i personaggi e abbaglia i colori, l'arte della composizione, dell' impiego delle musiche, della scelta degli ambienti, dei costumi. La maestria dei movimenti di macchina coi quali Schmid sposa quelli dei suoi personaggi (si pensi alla sequenza del ballo, o a quella della violinista). Un esordio invero straordinario.


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